lunedì 22 ottobre 2007

L'efficacia della reflessologia

La reflessologia plantare è praticata da circa 70 anni in ambienti medici e riabilitativi, utilizzando mappe zonali ormai consolidate. In gran parte dei paesi europei e in tutto il mondo anglofono (Nord America, Australia) viene riconosciuta come tecnica terapeutica.

Rispetto ad altre tecniche di massaggio e manipolazione diffuse in occidente si caratterizza per l'estrema flessibilità di applicazione. Ecco le principali aree di applicazione del trattamento reflessogeno:

Prevenzione:
Riequilibrio generale dell'organismo (antistress), disintossicante (drenaggio degli organi emuntori e sistema digerente), tonificazione, primo intervento per traumi e disturbi funzionali.

Azione antalgica:
Rivolta all'apparato osteomuscolare, è eccellente se affiancata alla ginnastica posturale. Emicranie, cefalee, sciatalgie, dolori lombari vengono alleviati e risolti dopo qualche seduta. Consente di evitare l'uso/abuso di farmaci antidolorifici, evitandone gli effetti devastanti su stomaco e apparato digerente.

Azione funzionale:
Ha grande impatto sui disturbi funzionali acuti e/o cronici. La precisione delle mappe e la manipolazione varia e specifica permette un lavoro estremamente preciso ed efficace su tutti gli apparati.

Riabilitativa:
Eccellente l'utilizzo della reflessologia in ambito postoperatorio. La sua azione riabilitativa neuromuscolare è molto efficace in ambito traumatologico.

Azione di supporto alle terapie:
E' l'ambito meno sviluppato in Italia perché difficilmente medici "tradizionalisti" danno spazio ad operatori "non medici" in ambito strettamente terapeutico.

Azione psicosomatica ed evolutiva:
La reflessologia agisce su TUTTA LA PERSONA, non solo sull'arto o sull'aspetto corporeo. Da tempo alcuni operatori hanno sperimentato tecniche di lettura del piede che si collegano agli aspetti psicologici, comportamentali, mettendo a punto tecniche operative collegate. L'obiettivo di questa azione è quello di intervenire sulla memoria del corpo per modificare gli schemi acquisiti, ma non più adatti, cioè eliminare le cause dei conflitti interiori che possono dare luogo a patologie.