Terminata la fase adolescenziale, il piede è arrivato a
completamento del suo sviluppo anatomico. La sua struttura gli permetterà di
assolvere tutti quei compiti e quelle funzionalità per le quali si è specializzato:
la funzione sensoriale, la funzione di supporto del peso corporeo, la funzione
di movimento ed equilibrio spaziale.
Il piede nella prima infanzia è caratterizzato da una forma
molto diversa da quella del piede adulto. Notiamo infatti che nel neonato la testa è sproporzionata se consideriamo che
nell’età adulta risulta essere circa 1/8 delle dimensioni corporee. Inoltre gli
organi riproduttivi e la muscolatura delle gambe non sono ancora sviluppati e
questo è reso visibile sul piede dal fatto che la zona posteriore, in cui
risiedono tali zone riflesse, è ancora molto poco sviluppata e molto più piccola
rispetto alla zona anteriore.
Dal momento in cui il bambino comincia a deambulare, i suoi
primi passi sono caratterizzati da un primo contatto col suolo effettuato per
mezzo delle dita, quindi della parte anteriore del piede che va in
“esplorazione”. La differenza col passo dell’adulto è evidente: l’adulto avanza
appoggiando dapprima il tallone, con andamento sicuro. Il bambino deve invece
“testare” il terreno, assaggiarlo, in questa sua nuova esperienza che è tutta
una fantastica scoperta del mondo. In questo magnifico gioco sono coinvolti
principalmente piede anteriore (dita) e cervello.
In questi gesti, che all’adulto distratto possono sembrare
semplici e banali, il bambino trasmetterà attraverso il piede un’infinità di
stimoli sensoriali al suo cervello che dovrà registrare ed elaborare tutte
queste informazioni: la temperatura percepita al suolo, il grado di umidità
rilevato, la pressione registrata, la
consistenza del substrato, la percezione di equilibrio corporeo.
Ecco perché nelle prime fasi di sviluppo motorio, dal
gattonare, alla deambulazione bipede è così importante permettere al bambino di
camminare scalzo, senza scarpine che inibiscano tutte queste funzioni
cerebrali, così importanti per il suo sviluppo. Trovare un piccolo prato,
fresco e morbido su cui farlo “allenare” è un regalo bellissimo che potete fare
al vostro bambino.
L’erba morbida attenuerà l’impatto al suolo in caso di cadute.
Farà così esperienza di un mondo amico, su cui è possibile “atterrare” e
rialzarsi da solo senza farsi male. Da qui l’aumento di fiducia in se stesso e
di autostima. Inoltre la freschezza e la diversità del terreno andranno a
creare quegli stimoli sensoriali importantissimi per il suo apprendimento
psico-motorio.
Anche l’esperienza della riflessologia intesa come massaggio
plantare, come momento di affettuosa conoscenza e scoperta dell’amore tra
adulto e bambino, come scambio di energia ed informazioni, è una fonte di
benessere e sviluppo di quelle capacità innate nel bambino che aspettano solo
di essere stimolate per venir fuori e permettergli di crescere nel pieno delle
sue potenzialità.
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